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Stalin 31/12/1930 - 06/05/2016

Iosif Vissarionovič Džugašvili (in russo: Ио́сиф Виссарио́нович Джугашви́ли (Ста́лин)? ascolta[?·info]; in georgiano: იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი?, Ioseb Besarionis Dze Jughašvili; Gori, 21 dicembre 1879[1] – Mosca, 5 marzo 1953) è stato un rivoluzionario, politico e militare sovietico bolscevico conosciuto anche come Iosif Stalin e con versione italianizzata Giuseppe Stalin, in russo: Ио́сиф Ста́лин? (Stalin era un soprannome col significato di “uomo d’acciaio” da сталь, stal’ che significa “acciaio”), segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica e, in tale ruolo, assumendo sempre più potere, a partire dal 1924, divenne progressivamente il dittatore del suo Paese (l’Unione Sovietica) fino alla morte, avvenuta nel 1953.

Nativo della Georgia,[2] di umili origini, visse un’avventurosa giovinezza come rivoluzionario socialista attivista, prima di assumere un ruolo importante di dirigente all’interno della fazione bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo guidata da Lenin. Capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, nonché strettamente fedele alle direttive di Lenin, Stalin divenne uno dei principali capi della rivoluzione d’ottobre e del nuovo Stato socialista: l’Unione Sovietica. Il suo ruolo e il suo potere politico crebbero durante la guerra civile russa in cui svolse compiti politico-militari di grande importanza, entrando spesso in rivalità con Lev Trozkij.

Stalin, ormai in età avanzata, subì un colpo apoplettico nella sua villa suburbana di Kuntsevo la notte tra il 28 febbraio e il 1º marzo 1953, ma le guardie di ronda davanti alla sua camera da letto non osarono forzarne la porta blindata fino alla sera del 1º marzo, quando Stalin era già in condizioni disperate: metà del corpo era paralizzata e aveva perso l’uso della parola. Il comandante delle guardie avvertì telefonicamente Malenkov e Berija, ma i medici, scelti personalmente dal ministro della sanità Tret’jakov, arrivarono solo la mattina del 2 marzo e le fonti ufficiali riportarono che il malore era avvenuto nella notte tra il 1° e il 2 marzo.[64] Stalin morì all’alba del 5 marzo dopo aver dato per diverse volte segnali di miglioramento. Drammatico è il racconto dell’ultimo istante di vita del dittatore fatto dalla figlia Svetlana: convinto di essere vittima di una congiura, Stalin maledisse i capi comunisti riuniti attorno al divano sul quale giaceva[65]

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